Fabrício Corsaletti, poesia do Brasil
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento l'Italia ha conosciuto una delle principali fasi dell’emigrazione di massa. Nel periodo che va dal 1876 al 1915 si stima che circa 14 milioni di persone lasciarono il Belpaese: Stati Uniti, Argentina, Brasile e Nord Europa le mete principali.
La povertà e la voglia di riscatto di milioni di uomini e donne animava questo fenomeno: si cercava una nuova vita, una vita possibilmente con minori difficoltà che permettesse almeno di dare da mangiare alla famiglia. Anche Gualdo Tadino conobbe una grossa emigrazione.
Quella della famiglia Corsaletti è una delle tante storie di migranti, che nelle generazioni successive troverà il successo.
Comincia tutto nel 1902, quando Giuseppe Corsaletti, un bracciante agricolo la cui famiglia da anni risiede a Grello dopo aver vissuto a Pieve di Compresseto e a Badia, e sua moglie Marianna Cippiciani, originaria di Caprara, lasciano la campagna gualdese e partono, insieme ai loro tre figli Oliva, Oreste e Quinto, alla volta del Brasile.
Come tanti altri italiani si stabiliscono nella parte ovest dello stato di San Paolo, quella delle piantagioni di caffè. Pochi anni prima (nel 1888) il Brasile ha decretato l'abolizione della schiavitù e pertanto i grandi proprietari terrieri necessitano di nuova manodopera. In quel periodo gli arrivi nello stato sudamericano sono incentivati dalle agevolazioni del governo brasiliano che arriva anche a pagare i costi di traversata. Queste iniziative favoriscono i flussi, costituiti sia da singoli lavoratori che da intere famiglie, come i Corsaletti, le quali altrimenti non potrebbero sostenere le spese di viaggio. Solo negli anni a ridosso della partenza della famiglia Corsaletti, sono oltre 500 mila gli italiani che approdano in Brasile, di cui 11.691 arrivano dall’Umbria. Quasi la metà (5.759) partono nel 1901.
Oggi un pronipote di Giuseppe e Marianna, Fabrício Corsaletti, è un famoso poeta, scrittore e “colunistas”, ossia editorialista. E, come avrete capito, è un gualdese. Non importa se di terza o quarta generazione: è un gualdese.
E' nato nel 1978 a Santo Anastacio, piccolo comune dello stato di San Paolo dove si era stabilito Quinto Corsaletti, suo bisnonno, che era arrivato in Brasile all'età di cinque anni.
Nel 1997 Fabrício si è trasferito a San Paolo.
Si è laureato in lettere all'Università della capitale paulista e quindi ha iniziato la sua carriera di scrittore e poeta. Ha pubblicato cinque libri, vinto diversi premi letterari ed è stato docente di letteratura e scrittura presso il prestigioso Colégio Bandeirantes di San Paolo. Attualmente collabora con il giornale “Folha de Sao Paulo”, il quotidiano di maggiore diffusione di tutta l'America Latina con una tiratura di circa un milione e mezzo di copie.
Abbiamo raggiunto il nostro “gualdese verdeoro” in Brasile, grazie a una “dritta” di Stefano Giombini e all'attiva collaborazione dello zio di Fabrício, Gilson Corsaletti, batterista di notevole fama.
Sei un famoso poeta e scrittore in Brasile, nonostante la giovane età. Come è nata la passione per la poesia?
Ho iniziato a leggere e scrivere poesie a quindici anni quando ho scoperto, attraverso i libri e le dispense scolastiche, i poeti modernisti brasiliani: Oswald de Andrade, Manuel Bandeira, Mário de Andrade, Vinicius de Moraes e Carlos Drummond de Andrade. Il colloquialismo (stile letterario in cui ci si avvicina al linguaggio quotidiano, ndr), la spontaneità e la passione per la vita reale e quotidiana di questi poeti mi hanno avvicinato ai loro testi e mi hanno fatto credere che potevo fare anch’io qualcosa di simile. Il mio primo libro è uscito nel 2001 e la pubblicazione è stata pagata dai miei genitori. Il secondo, del 2003, è stato finanziato per metà da una piccola casa editrice e per l'altra metà da amici e parenti. Dal terzo libro la pubblicazione è stata curata dalla Companhia das Letras, una delle case editrici più importanti del Brasile.
Cosa ti ispira maggiormente quando scrivi?
Scrivo molto su cose importanti che sono accadute o che dovrebbero essermi accadute. Rimorso, senso di colpa, nostalgia, desideri frustrati, gioie inaspettate, passioni e così via.
Qual è il ruolo della poesia nella tua vita?
La poesia per me è fondamentale. Tutta la mia vita ruota intorno al fatto che sono diventato un poeta.
Qual è la storia della tua famiglia?
E' la storia di tanti poveri immigrati italiani e spagnoli dei primi anni del Novecento che si trasferirono a ovest dello stato di San Paolo per lavorare nelle fazendas, per la coltivazione del caffè e l’allevamento del bestiame.
San Paolo è definita come la più grande città italiana, con i suoi sei milioni di abitanti originari del nostro Paese. Dopo oltre un secolo dalla prima emigrazione, quanto rimane ancora di italiano?
Lo spirito italiano è senza dubbio uno dei capisaldi della cultura della città. È ovunque: nelle cantine di Bixiga (un famoso quartiere italiano, ndr) come in altri quartieri, nella musica di Adoniram Barbosa (il celebre cantante di samba di origine italiana, ndr) nell’accento “cantato” degli abitanti di San Paolo, nei gesti espansivi, nella gioia di vivere e nei bei nasi degli uomini e delle donne!
Fabrício è uno dei tanti figli che Gualdo ha sparsi nel mondo. Quando verrà a visitare la città da dove i suoi antenati partirono più di un secolo fa, siamo sicuri che la apprezzerà. E magari, chissà, ci ritroveremo a leggere in portoghese di quanta bellezza risiede nei nostri luoghi: forse potrebbe essere uno stimolo per noi ad amarli e apprezzarli ancora di più.