Sei luoghi da vedere prima di morire

Scritto da Edoardo Ridolfi. Postato in Luoghi

 

Alzare gli occhi verso il cielo azzurro e terso e immaginare uomini rudi che martellano e scolpiscono la pietra, colpo dopo colpo erigono fortezze merlate a coda di rondine. 

Allungare la linea dell'orizzonte e finire nel verde con la natura che si schiude nella roccia, suggellandosi, ripiegata su se stessa e diventando impenetrabile.
Sbirciando su e giù per Gualdo Tadino si scoprono scorci favolosi e suggestivi, punti di messa a fuoco diversi dai soliti noti.
Aneddoti, storie e leggende arricchiscono la bellezza di questi posti “incantati” e talvolta dimenticati.

Una leggenda narra che, nella gola della Rocchetta, si fosse ritirato a vita eremitica Frate Fava, fin quando San Francesco lo convinse ad entrare a far parte della prima comunità francescana, sorta nei pressi della periferia gualdese.
In quella gola, tra il Fontanile e le fonti della Rocchetta, si snoda la “Valle del Fonno”, scrigno verde della dorsale appenninica, attraversata da una rigogliosa e una stupenda faggeta.
Proprio presso le fonti attuali della Rocchetta, era ubicata in località Valdigorgo, la seconda Gualdo che perirà nel 1237 sotto il fuoco appiccato dalla Bastola.

Risalendo la china in direzione Valsorda non si possono non ammirare le magnifiche scenografie create dalla vegetazione, come quello della Buca di Buschicoccia. Lì sopra, Monte Maggio ci aspetta per imboccare le Passaiole, percorsi difficili ma che regalano una delle più suggestive passeggiate che si possano fare sull'Appennino.
La prima parte del cammino offre un arduo sentiero inciso nella roccia delle Balze e si affaccia su una variopinta vallata sottostante. Il secondo tratto più soft si snoda in rigogliose vegetazioni, attraverso il prato si entra in una pineta chiamata "Bosco dell'Impero". Si procede sempre diritti avendo di fronte Cima Mutali fino a "scoprire" il rifugio di Valmare. 

Se il vento sospinge via le nubi, il cielo limpido regala tonalità meravigliose, sembra che tutti i colori del mondo siano stati appena creati.
Scendendo a valle e dirigendoci fuori dalla cinta muraria, la scia fulva e polverosa dell'antica Via Flaminia ci riporta ai tempi dei Romani e dell’antica Tadinum.
I raggi di luce dorata brillano fra gli alberi mentre il sole al tramonto illumina la città.
La Flaminia Antica fu l'asse principale di collegamento tra Roma e l'Europa nord-orientale e la prima infrastruttura a rete del territorio che corrisponde all'attuale regione Umbria.
La via consolare fu vettore principale del commercio, dello scambio di idee, di credenze religiose e di transito di eserciti. In prossimità vi è un pozzo d'epoca romana scavato probabilmente in concomitanza con la costruzione della Flaminia.

  • 03 - castello di crocicchio
  • 02 - valle del fonno
  • 06 - passaiola
  • 01 - buca buschicoccia
  • 04 - castello di frecco
  • 05 - antica flaminia

Gualdo è stata il palcoscenico involontario di lotte tra piccoli signorotti, di feudatari valorosi, di soldati caduti in guerra e di contadini dediti alla pastorizia. Spostando lo sguardo verso Perugia risaltano il Castello di Frecco e il Castello di Crocicchio.

Il primo è legato strettamente alla storia conclusiva della prima Gualdo, quella romana: fu infatti costruito attorno all’anno 996 d.C. assieme a quelli di Collemincio e Compresseto, come baluardo della città di Tadinum, che era stata messa a ferro e fuoco da Ottone III, a causa del rifiuto di assoggettarsi ai Conti di Nocera che militavano sotto le insegne dell’imperatore germanico. Un passaggio importante della storia di questo castello risale al 1256 quando Gubbio voleva impadronirsene, ed il proprietario Giovannuccio di Bartolo, assieme a Tommaso Monaldo (del Castello di Compresseto), chiesero aiuto a Perugia. Da quell’anno i due castelli furono sempre validamente difesi e favoriti, in virtù della posizione strategica di baluardo orientale della provincia di Perugia , ed esentati da dazi e tributi per i meriti e la fedeltà dei loro abitanti.

Il maniero di Crocicchio spicca sul colle e domina le terre circostanti. L'edificio con un corpo principale di quattro piani, ha il suo clou nella torre a base quadrata ornata di merlature, costituita da un finestrone gotico di stile giottesco. Nel 1607, il Consiglio generale del Comune sancì che Crocicchio avesse il titolo di castello insieme a San Pellegrino, Caprara e Grello. Nel 1631 a causa dell'annessione del Ducato di Urbino allo Stato della Chiesa, la fortezza perse progressivamente la sua importanza e divenne luogo di confort e relax per i patriziati romani. Fu a lungo conteso tra Gubbio e Perugia, quest'ultima offrì la propria protezione in cambio della posizione strategia di baluardo orientale che offriva la fortezza tadinate.

La storia predilige le leggende metropolitane alle favole di quiete, predilige lo sfarzo alla tranquillità, ma certi luoghi fanno parte della nostra storia. Luoghi dove il cuore si fa quasi più leggero.

 (foto: Elisa Fratini, Edoardo Ridolfi, Enzo Bazzucchi, Massimiliano Mariani)

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