Daniele Amoni, l’occhio della memoria
Fotografare è rappresentare la propria realtà, unica e non comparabile con quella degli altri: quel paesaggio, quel personaggio, quell' istante sono un frammento di vita che non c'è più e che il fotografo ha scattato come me se lo è immaginato, sognato, vissuto.
Daniele Amoni, nato a Gualdo tadino nel 1949, con le sue foto ha segnato mezzo secolo, riuscendo a mettere sulla stessa linea di mira: la mente, gli occhi e il cuore.
I PRIMI PASSI - Daniele, medico e storico, inizia la sua attività fotografica nel 1963 dopo che, in occasione della Cresima, gli era stata regalata una Comet Bencini. «Ho iniziato a muovere i primi passi ai tempi dell'università, con i concorsi nazionali organizzati dalla Pro Tadino sotto la guida del presidente Giovanni Pascucci.
Nel 1974 nasce il "Gruppo Fotografico Gualdese", associazione di cui sarò presidente per sette anni. Eravamo un gruppo di amici e riuscimmo a creare a Gualdo Tadino ed in Umbria un polo fotografico di grande spessore che nel 1985 portò in città i più rinomati fotografi italiani per far conoscere loro il mondo dei Giochi de le Porte. Il venerdì consegnammo loro quattro rullini che ci restituirono la domenica pieni di foto.»
IL SALTO DI QUALITÀ - Conseguita la laurea in Medicina all'Università di Perugia nel 1977, comincia ad interessarsi di fotografia ottenendo prestigiosi riconoscimenti.
Dopo aver vinto oltre 300 premi nazionali e 12 premi internazionali riceve due illustri onorificenze: il 21 aprile 1989 l'Afiap (Artiste de la Federation Internazionale de l'Art Photographique) e il 21 marzo 1997 la massima onorificenza tecnica a livello mondiale per la fotografia, l'Efiap.
Alcuni dei suo lavori sono permanentemente esposti nel Museo di Barcellona e nella Galleria Fotoforum a Ruzomberok (Slovacchia).
Le tematiche che caratterizzano le sue foto sono principalmente lo sport, il folklore e l'Umbria.
Soprattutto lo sport, di cui una foto per il concorso nazionale organizzato giornalmente dalla Gazzetta dello Sport, lo porta a vincere sia il premio settimanale che quello mensile, facendogli aggiudicare due stupende reflex e del materiale fotografico.
LA SVOLTA - Il 1985 è l'anno della svolta. Inizia a collaborare per la parte fotografica con il volume "La ceramica a Gualdo Tadino" insieme a Enzo Storelli, Sergio Ponti e Mario Becchetti, volume importante e dalla ricca veste iconografica.
Il suo curriculum inizia ad arricchirsi e così arrivano le collaborazioni prestigiose con enti nazionali come la Società Autostrade, la Rai oltre che alle collaborazioni regionali e provinciali con quotidiani, settimanali e mensili.
Le sue foto rubano istanti al tempo: incuriosiscono, emozionano e catturano contemporaneamente, riuscendo a dare un'anima all'immagine. La ricerca del particolare che sussurra, in quel millesimo di secondo sono la sua arma in più.
«Da trenta anni a questa parte - ci racconta- ho avviato un percorso fotografico culturale abbinando ai testi la fotografia per la realizzazione di volumi e così mi sono interessato anche di editoria.
Ho contatti ovunque e i miei lavori sono rivolti verso qualsiasi tipo di ente, dai comuni limitrofi a editori statunitensi. »
Come la fotografia, i suoi testi numerosi e dettagliati ricoprono un vasto arco temporale, basti pensare a "Gualdo Tadino, ieri.." (1988, insieme a Sergio Ponti), "Gualdo Tadino 1902-2001, cento anni di storia attraverso la fotografia"(2002, insieme a Valerio Anderlini), "Liceo Scientifico "Raffaele Casimiri", cinquanta anni di storia"(1960-2010) e "Gualdo Tadino, 1921-1946. Dal fascismo alla Repubblica", un vastissimo e ricchissimo volume che offre al lettore una panoramica minuziosa e completa di una realtà che anche a Gualdo e nei territori circostanti ha lasciato un segno indelebile.
Nel 1995, per i suoi meriti in campo fotografico e culturale, è insignito del Premio Beato Angelo istituito dal Comune di Gualdo Tadino.
UN ARCHIVIO IMMENSO - Oltre che fotografo e storico, dal 1985 dà il via ad un opera mastodontica e dal valore inestimabile, iniziando la raccolta, la catalogazione e la restaurazione di vecchie immagini di cui la metà inerenti la Gualdo del passato.
Attualmente il suo archivio digitale vanta la presenza di oltre trentamila immagini.
Un patrimonio immenso da valorizzare e tutelare.
PROGETTI IN CORSO - Basta così? Neanche per scherzo, Daniele Amoni è un tipo veramente dinamico.
«Attualmente sto portando a termine due progetti: la storia dell'Ospedale di San Lazzaro e la storia delle famiglie umbre dal '200 al '700 attraverso le cariche pubbliche rivestite (podestà e capitani del popolo), le matricole dello Studio perugino, i laureati nell'Università di Macerata e Fermo.
In questi ultimi giorni ho terminato di scrivere un'opera importante: "Gualdo Tadino: 100 anni dietro a un pallone" un volume di oltre 300 pagine dove vengono riportate le partite più celebri, i giocatori, le vecchie glorie, i presidenti più importanti da Aldo Biscontini a Matteo Minelli, passando per Carlo Angelo Luzi, Angelo Bellucci, De Silva Rondelli, Corrado Gentilucci, Ferdinando Di Benedetto, Angelo Barberini fino a Fabrizio Scatena e Giampiero Minelli.
Spero di trovare qualche sponsor importante disposto ad investire nell'iniziativa già concretizzata in tante altre città umbre che vantano un passato calcistico meno glorioso del nostro.
E' un modo per ricordare tutti coloro che vi hanno dedicato tempo, risorse economiche e tanta, tanta passione.»
ROAD TO WEB 2.0 - «Da pochi mesi - ci spiega- ho decido di inserire alcune immagini su Facebook per stimolare un dibattito e per ricordare ai nostri giovani coloro che hanno contribuito a quella che fino a poco tempo fa era stata la rinascita economica, culturale e sociale di Gualdo.»
Daniele Amoni ha arricchito in maniera sontuosa il patrimonio culturale e storico della città riuscendo a rubare degli attimi al tempo.
Nel 2100 se qualcuno avrà ancora la curiosità di vedere com'era Gualdo centocinquanta anni prima potrà farlo grazie a lui.
Vedrà Valsorda e i suoi prati in fiore, le allegre combriccole che coloravano la piazza, gli spilungoni che si cimentavano nella pallacanestro ai Salesiani, le polverose gare di motocross nel circuito di Capodacqua, i liceali con i loro completi sgargianti che andavano in gita, i primi ceramisti che portavano fieri il nome di Gualdo Tadino in giro per l'Italia e il panorama fiabesco di una città "fatta a core".
"La cosa migliore di una fotografia è che non cambia mai, anche quando le persone in essa lo fanno." (Andy Warhol)