Il nuovo mondo di Eleonora Bianchini
L'anima l'ha parcheggiata qui a Gualdo Tadino, nell'attesa del ritorno.
Il cuore e la mente, invece, appartengono ormai alla musica e l'hanno portata oltre oceano.
L'avventura di Eleonora Bianchini inizia negli Stati Uniti dove solca, con maestria, i palchi di Boston e New York.
Ora, poco più che trentenne regala la sua arte all'Ecuador.
E' facile pensare che il mondo di Eleonora, dove la passione diventa ambizione quasi senza accorgersene, sia un luogo meraviglioso e privo di complicazioni.
Nonostante sia speciale poter vivere del lavoro che ami, le difficoltà sono enormi e la perseveranza nel volercela fare deve essere alla base di tutto.
"All'inizio non mi è costato tanto lasciare la mia terra, anzi, al contrario ero molto emozionata d'intraprendere questo viaggio verso l'America. La nostalgia del mio paese è iniziata a farsi sentire dopo cinque-sei anni di assenza", ammette.
La solitudine come compagna di viaggio, ma non intesa come isolamento dal mondo, bensì come impossibilità di avere una stabilità emotiva, perché tutto cambia continuamente: i luoghi, le persone con cui lavori... in mezzo a questo vortice non è concesso di poter fissare dei punti di riferimento.
Ma la tenacia è una dote che non gli è mai mancata, sin da bambina.
"Ho iniziato all'età di nove anni con lo studio del pianoforte dopo di che ho scoperto la passione per il canto e da allora mi sono dedicata completamente ad esso."
Ha studiato canto lirico al Conservatorio di Perugia.
Durante lo stesso periodo si iscrive all'Università della Musica di Roma dove incontra il jazz.
Vince una borsa di studio per il Cet, Centro di Eccellenza Universitario della Musica Popolare, diretto da Mogol, per poi approdare nel 2002 negli Stati Uniti, precisamente a Boston, per frequentare il prestigioso Berklee College of Music grazie all'ennesima borsa di studio conquistata durante la sua partecipazione, come docente gospel, alle Clinics di Umbria Jazz.
"Quando ho messo un piede dentro Berklee, mi sono sentita finalmente nel posto giusto, un posto i cui avrei potuto imparare moltissimo e che mi avrebbe dato la possibilità di crescere come persona", mi racconta Eleonora.
Nonostante la sua personalità artistica le permetta di spaziare tra molti generi, si sente assolutamente ispirata dal mondo latino e grazie alla scoperta di artisti come Rosa Passos, Djavan, Caetano Veloso, Joao Golberto, Antonio Carlos Jobim, Eva Ayllon, Jorge Drexler, la sua musica ne viene fortemente influenzata.
Quando hai scoperto di avere un'anima latin-jazz?
"La mia passione per il latin-jazz nasce nel periodo di studi presso il Berklee College of Music di Boston , dove ho incontrato un professore di basso peruviano, Oscar Stagnaro.
Lui ha iniziato a farmi ascoltare molta musica brasiliana, argentina e peruviana e quindi i maggiori esponenti di questi movimenti artistici. Da lì mi sono totalmente innamorata di questo genere."
Gli eventi a cui ha partecipato e le collaborazioni che ha stretto in questi anni sono innumerevoli. Le più significative sono con la famosa cantante peruviana Eva Ayllon sul prestigioso palco del Carnagie Hall di New York e quella con l'altrettanto celebre artista brasiliana Rosa Passos. Collaborazioni toccanti perché queste artiste, hanno rappresentato e rappresentano tutt'ora un modello e una fonte di profonda ispirazione per l'artista di Pieve di Compresseto.
"Aver condiviso il palco con loro è stato un gran regalo dal cielo e una grande lezione di vita"
Oggi continua a vivere dall'altra parte del-l'oceano, nel "nuovo mondo", trasferendosi a sud, nella terra della musica latina.
Adesso la sua nuova sfida è a Quito, in Ecuador, dove insegna canto presso l'Istituto di Musica Contemporanea dell'Università di San Francisco.
"L'insegnamento è stato ancora una volta un'occasione per mettermi alla prova. La possibilità per coltivare ancora la tolleranza e imparare un nuovo modo di comunicare con allievi di una cultura completamente differente.
E' come avere le antenne sempre accese per riuscire a trovare un punto d'incontro con essi e il modo giusto per motivarli nel credere in loro stessi."
La sua massima espressione artistica ci arriva però attraverso la musica.
Ci aveva già positivamente impressionati con il suo primo album "Come un'aquila in alto" uscito nel 2009 e da lei stessa considerato il momento della rinascita e della riscoperta.
Nell'aprile scorso ha presentato a Quito, in uno splendido teatro, il suo secondo album "Esperarè", iniziato a New York e terminato in Ecuador grazie anche all'appoggio dell'Istituto di musica contemporanea.
L'album contiene undici tracce di cui nove di sua completa composizione. Ascoltando il disco si percepisce l'intimità nei testi come in "Mamma" e in "Capire chi son io".
"Sono l'espressione scritta di ciò che la vita m'insegna e mi mostra..."
Una giovane donna con la capacità poco comune di essere cittadina del mondo ma con lo sguardo spesso rivolto alla sua terra.
"Quando tornerò, di sicuro porterò con me un grande bagaglio di esperienze, ma le più importanti che mi rimarranno dentro saranno quelle umane, quelle che ho potuto condividere con persone provenienti da varie parti del mondo.
Confrontarsi con culture diverse dalla propria, con storie di vita differenti, ti fa crescere e ti dà la possibilità di riuscire ad allungare lo sguardo oltre l'orizzonte di ciò che si è e di ciò si è sempre stati.»
Eleonora con il suo talento è riuscita a trasformare la passione in una professione.
Una importante testimonianza di come la musica nella nostra città, a volte ignorata, sia invece profondamente radicata in essa.