Il lungo filo dell'arte
In questi mesi del 2015 quattro appuntamenti hanno legato in modo particolare l'arte e la cultura al nome di Gualdo Tadino: la presenza di tre opere alla mostra “Il tesoro d'Italia” a Expo 2015, l'apertura della mostra “I pittori dal cuore sacro”, curata da Vittorio Sgarbi, lo spettacolo teatrale “Memorie di Adriano” alla Rocca Flea con Giorgio Albertazzi e la presentazione del Palio di San Michele Arcangelo 2015 realizzato da Marta Czok.
Un filo conduttore che evidenzia sempre più il ruolo che la città sta assumendo in ambito culturale, accresciuto anche dall'apertura sempre in questo anno di due importanti contenitori: il Museo Opificio Rubboli il 15 gennaio e il Museo degli Antichi Umbri a Casa Cajani il 25 luglio.
Expo 2015
All'interno del padiglione 'Eataly', con circa diecimila visitatori al giorno, è allestita la mostra “Il tesoro d'Italia”, curata da Vittorio Sgarbi.
In questa mostra, che conterrà un centinaio di capolavori italiani, sono presenti ben tre opere di Gualdo Tadino: l’“Albero genealogico della Stirpe di David” di Matteo da Gualdo è infatti affiancato da due pezzi della ceramica a riflesso Rubboli, scelti personalmente da Vittorio Sgarbi durante la sua visita al neonato museo gualdese.
Mostra “I pittori dal cuore sacro”
Il 3 agosto è stata inaugurata nella chiesa Monumentale di San Francesco la mostra “I Pittori dal cuore sacro. Da Ivan Rabuzin a Bonaria Manca”, a cura di Vittorio Sgarbi, con la direzione artistica di Catia Monacelli.
Un progetto promosso dal Polo Museale e dal Comune di Gualdo Tadino, con il patrocinio della Regione Umbria.
L'esposizione presen-ta al grande pubblico una selezione di venticinque artisti, nel segno di un'arte, quella primitiva, che alla ragione preferisce l'istinto e alle regole il linguaggio universale dell'emozione, per un totale di 75 opere provenienti dall'Italia e da diversi paesi del mondo - Francia, Uruguay, Portogallo, Olanda, Serbia, Germania, Slovacchia e Croazia - quali prestigiose espressioni dell'arte ingenua.
Sold out per “Memorie di Adriano”
Tutto esaurito per lo spettacolo “Memorie di Adriano” interpretato dal grande maestro Giorgio Albertazzi, accolto lo scorso agosto a Gualdo Tadino nella meravigliosa cornice del parco della Rocca Flea.
Un'interpretazione particolarmente alta e sentita quella del novantaduenne mostro sacro del teatro italiano, il quale nella circostanza ha messo in scena nella meravigliosa cornice del parco della Rocca Flea.
Un'interpretazione particolarmente alta e sentita quella del novantaduenne mostro sacro del teatro italiano, il quale nella circostanza ha messo in scena l'imperatore Adriano come un personaggio profon-damente suo e che nel corso degli anni ha ripetuto più volte, trovando in ogni rap-presentazione una nuova sfumatura.
Un Albertazzi intenso e vibrante ha così conquistato e commosso la numerosa platea con il testo di Margherita Yourcenar in quella che era a tutti gli effetti l'ottocentesima replica di un fortunato spet-tacolo che l'attore porta in giro per il mondo dal 1989, quando esordì a Villa Adriana a Roma. Costumi di Daniele Gelsi.
Il Palio dei Giochi de le Porte di Marta Czok
Artista inglese di origini polacche, negli ultimi 25 anni ha esibito le sue opere in Europa e America.
Tutto ciò che Marta Czok dipinge, pur nella modernità del suo linguaggio, finisce così per essere epico, e alla fine il bene trionfa sul male.
E di questo sapore è anche il Palio di San Michele Arcangelo 2015, intriso di metafore e doppie letture, ispirato alla leggenda che vede protagonista negativa la bella e seducente Bastola, inviata per vendetta dalla vicina Nocera Umbra, per appiccare il fuoco e consegnare alle fiamme l'antico borgo.
Sarà allora grazie all'Arcangelo che Gualdo sarà salvata dalla sciagura e riconsegnata alla pace e all'ordine costituito.
Al centro del drappo la figura femminile, nuda, rappresentante la “strega”, avvolta dal fuoco rosso delle fiamme che protende un braccio verso la chiesa di San Francesco.
Il San Michele, questa volta più guerriero che angelo, difende con veemenza la chiesa e la città.
A destra, come nebbia fitta, tutto vira nell' intensità del grigio antracite, il colore preferito dall'artista per rappresentare i misteri profondi dell'animo umano, che conduce, nelle intenzioni di Marta Czok, a ulteriori riflessioni: perché il male è spesso incarnato da una donna?
E qual è il vero epilogo di questa storia? La Bastola finirà arsa tra le fiamme, o interverrà il perdono e sarà salvata dall'Arcangelo insieme alla Chiesa? A ognuno la sua interpretazione.