Chiesa di San Francesco, sette secoli di storia
Tutto ha inizio giovedì 1 maggio 1315, tempo in cui la Terra di Gualdo, da pochi anni racchiusa nel suo avvolgente scudo di pietra, con diciassette torri e quattro porte d'ingresso, vive una giornata radiosa poiché, alla presenza delle massime autorità comunali, dell'Ordine francescano e di numerosi vescovi, tra i quali quelli di Cagli, Perugia, Jesi, Nocera, Assisi, Gubbio e Città di Castello, consacra, anche se non ultimata, la chiesa dedicata a San Francesco di Assisi, con la concessione in perpetuo di quaranta giorni d'indulgenza per coloro che la visitano.
Il progetto, iniziato a metà del secolo precedente, vede finalmente la luce sull'esempio delle grandi chiese dei frati mendicanti, che sviluppano il nuovo stile gotico, tipico dell'architettura dei francescani e dei domenicani.
Perché una chiesa così imponente in un piccolo centro dell'Umbria medievale?
Perché alla possente costruzione di Assisi segue in rapida successione l'edificazione di una chiesa analoga a quella dedicata al Santo poverello?
La chiesa di San Francesco, realizzata a filari di pietra bianca, è un bellissimo esempio classico del gotico italiano. Si caratterizza per l'aspetto semplice dell'epoca, per la facciata alta e slanciata, per il tipico orientamento a levante che si conclude a timpano con un oculo al centro; presenta, altresì, un monumentale portale gotico ad arco acuto ornato, con lunetta trilobata.
Per ragioni stilistiche, il Guardabassi, il Venturi ed il Kröning, hanno notato strette corrispondenze del monumento gualdese con le basiliche di Santa Chiara e di San Francesco di Assisi, attribuite a frà Filippo da Campello, un francescano che nel 1253 è “maestro preposto all'opera della chiesa di S. Francesco”.
In particolare, gli elementi architettonici e decorativi sono: i robusti contrafforti semicilindrici posti sui fianchi dell'edificio; il campanile a base quadrata disposto al lato dell'abside; l'interno ad unica navata suddivisa in tre campate con archi trasversali e volte ad ogiva lanciate verso l'alto, sostenute da esili nervature; le pareti perimetrali inferiori di spessore maggiore della zona superiore; il camminamento che appena sotto le volte trafora i pilastri e che consente il collegamento della chiesa con il monastero tramite un'artistica scala a chiocciola; l'abside ottagonale che si apre al fondo della navata con tre altissime bifore gotiche.
L'interno è decorato da affreschi dei secoli XIV e XV: un frammento della Dormitio Virginis, opere di Matteo da Gualdo e di pittori umbri d'indubbio interesse artistico. Sono di epoca trecentesca anche il coro, l'altare maggiore e il pulpito di sinistra.
La monumentale chiesa gualdese nasce sulla determinazione di un nuovo sistema di valori del francescanesimo che deriva dalla maniera di insediarsi nel territorio come parte integrante della Città di Dio.
Per i cittadini di Gualdo il fenomeno del francescanesimo inizia informalmente prima del 1209 poiché, secondo i codici medievali gualdesi, redatti appena un secolo dopo la morte del Santo, Francesco, ancora giovane ed in abito secolare, visita il castello di Gualdo in una delle sue frequenti peregrinazioni nelle varie località dell'Umbria.
Gli abitanti di Valdigorgo, però, non comprendono l'insegnamento del grande riformatore e invece di ascoltarlo, lo accolgono come un pazzo e lo scacciano tra le prese in giro e le risa; è perfino inseguito da giovani violenti che gli scagliano contro sassi, bastoni e fango.
Le cronache aggiungono che sulla strada di ritorno verso Assisi, Francesco si sia immerso nelle limpide acque del fiume Rasina per lavare il fango e la sporcizia lanciatigli contro, prima di riprendere pazientemente il cammino, per portare ad altri luoghi la sua parola rinnovatrice.
Poco dopo l'istituzione del primo Ordine, alcuni frati Minori fondano in Valdigorgo (1219 circa) un piccolo convento con oratorio intitolato ai SS. Stefano e Lorenzo martiri, utilizzando preesistenti edifici fatiscenti.
In questo luogo, seguendo l'ideale di Francesco, predicano il messaggio evangelico nel motto “pace e bene”, invitando i seguaci al rinnovamento spirituale, alla conversione ed alla penitenza.
Cinque anni dopo, Francesco torna per abitarci per qualche giorno, ricevendo un'accoglienza diversa da quella narrata in precedenza.
Il grande cantore dell'universo, mosso dalla pietà, riconduce al convento di Valdigorgo Frate Fava, uno dei numerosi conventuali gualdesi dimoranti in questo chiostro, che aveva lasciato il convento per recarsi a vivere, tra aspre privazioni e dure penitenze, nella lontana grotta sotto le rupi di Campitella.
Due motivi inducono i frati minori a spostarsi sul Colle Sant'Angelo nel 1240: la distruzione nel marzo 1237 del castello di Valdigorgo per un incendio, che la tradizione imputa alla Bastola e la Bolla pontificia di Gregorio IX che obbliga i francescani a trasferirsi dal 1240 all'interno della cinta muraria delle città coinvolgendoli, quindi, in un processo di urbanizzazione che sconvolge la regola iniziale degli insediamenti.
Individuata la nuova sede sul Colle Sant’ Angelo, in un luogo adiacente la Piazza Grande, i frati minori iniziano la costruzione del convento e della nuova chiesa, che divengono centri di preghiera e di cultura.
Più tardi, tra il 1320 e il 1330, Fra’ Elemosina “magistri Leonardi de Gualdo, vicarius conventus Gualdi” (anche Frà Paolo da Gualdo?), redige le cosiddette Cronache di Gualdo, un corpus di quattro narrazioni che possono definirsi il primo tentativo storiografico in Umbria.
Sulla figura di San Francesco si può dire di conoscere tutto.
Si può ripercorrerne quasi passo dopo passo la vita, le opere e l'insegnamento.
Invece, come per contrappasso, poco o nulla sappiamo del suo passaggio terreno nella Gualdo del secolo XIII.
Quel poco che conosciamo è straordinariamente importante, ma occorre approfondire con maggiore sensibilità le testimonianze storiografiche francescane, la vicenda dell'Ordine dei Frati Minori a Gualdo Tadino e quella di San Francesco prima e dopo la fondazione del “primo ordine”.
Il settimo centenario della consacrazione della monumentale chiesa di San Francesco non può passare inosservato; la città deve porsi una missione, legata all'evento che è quella di valorizzare il patrimonio della cultura francescana locale per recuperarne definitivamente la memoria. Un anniversario che rivendica la realizzazione di una serie di momenti culturali di ampio spessore per far conoscere la storia cittadina e quella di una delle più belle chiese francescane d'Italia.