Penna e Calamaio, marzo 2014
Che cosa ha in comune Pitsart con Carlo Biscontini? O cosa avvicina i nuovi talenti gualdesi a Mauro Zampetti o a Giovita Tacchi?
La creatività, la voglia di lasciare un segno o semplicemente di affermare un concetto, un'idea, una passione diventano il fil rouge che unisce questi mondi all’apparenza lontanissimi.
Pitsart è guidata da un ingegnere civile che, a un certo punto della propria vita, ha deciso di coniugare il suo amore per il bello con la produzione di foulard d'arte. Carlo Biscontini ha svolto per decenni e con grande bravura la professione di medico, ma la sua attività di attore, regista e poeta è quella per la quale viene principalmente riconosciuto.
Mauro Zampetti, ai tempi in cui era un alunno dell'istituto per geometri, mai probabilmente è stato sfiorato dal pensiero che il proprio futuro sarebbe stato diventare un ristoratore, e per giunta di successo, in una delle capitali più importanti del mondo.
Il dottor Giovita Tacchi, nel registrare minuziosamente i suoi interventi in sala operatoria a fine Ottocento e nel continuo incalzare gli amministratori pubblici dell'epoca affinché prendessero provvedimenti per migliorare le condizioni di lavoro della sua equipe, così da poter meglio aiutare i pazienti del “San Lazzaro”, ha in maniera inconsapevole dato un grande contributo alla costruzione a Gualdo Tadino dell'ospedale Calai.
In sintesi: creatività, fantasia e passione, ricerca della perfezione e della bellezza.
Due grandi personaggi del secolo scorso, pur da posizioni diametralmente opposte, hanno sviluppato lo stesso concetto: “Bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte” (Gabriele D'Annunzio); "Fate della vostra vita un capolavoro" (Giovanni Paolo II).
Ogni parola in più sarebbe di troppo.