Penna e calamaio, dicembre 2015
Uno degli hashtag più usati dal popolo di Twitter è #amoilmiolavoro.
Ovviamente, visti i tempi, chi ce l'ha.
Al di là delle battute amare, essere gratificati dalla professione che si svolge è fondamentale per avere una buona qualità della vita, considerato che nei luoghi di lavoro ci si trascorre la maggior parte della propria esistenza, oltre che per profondere maggiori energie e ottenere risultati migliori.
Steve Jobs, che spesso viene citato quando si parla di questi argomenti (e anche a ragione, visto ciò che ha realizzato partendo da zero) equiparava il lavoro all'amore. “L'unico modo di fare un ottimo lavoro è amare ciò che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti. Come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l'avrai davanti. E come le grandi storie d'amore, diventerà sempre meglio con il passare degli anni.”
In questo numero, attraverso i protagonisti che abbiamo incontrato, raccontiamo diverse di queste storie, tutte particolarmente intense.
Alcuni hanno trovato subito “l'amore della vita”. Altri, come suggeriva il fondatore di Apple, attraverso un percorso di ricerca, rinunciando a delle certezze per arrivare dove veramente si voleva.
La fatica e lo stress non si cancellano, ma il loro peso è decisamente minore e molto più sopportabile, così come le difficoltà possono essere affrontate con un spirito diverso.
E, last but not least, spesso questo approccio porta ad ottenere i risultati desiderati.