Ciao Capitani!
Anche i duri piangono.
Quando intorno alle 16 di domenica 29 rintoccherà la campana dando il via alla corsa a carretto, siamo convinti che, in qualche angolo della piazza, ad Alessandro Cesaretti passeranno davanti come un film 18 anni di corse, di vittorie e anche di sconfitte brucianti, ma soprattutto 18 anni di passione.
E probabilmente gli scenderà più di una lacrima.
Stavolta non gareggerà.
L'auriga più vittorioso della storia dei Giochi, l'unico a primeggiare con tre somari diversi, ha deciso di chiudere qui la sua lunga carriera.
Ma non lo farà da solo: Pirandello, il trionfatore all'Oscar dei Giochi, non scenderà più neanche lui nell'arengo maggiore.
Alessandro Cesaretti è di diritto nella storia dei Giochi de le Porte.
Vincitore di otto corse, per sei volte è sceso sotto la soglia dei due minuti e, insieme alla coppia Pedana-Parente, detiene il record del tracciato storico con 1'54" (Pallone, sempre di Porta San Martino, arrivò a 1'53", ma in quell'anno il circuito subì una leggera modifica per i lavori post-terremoto al municipio).
Ha allenato e ha corso con diversi somari, ma con Pirandello è nato subito qualcosa di speciale: «Per me non è un semplice animale, ma un vero amico con il quale ho passato il 90 per cento delle giornate degli ultimi dieci anni. La prima volta che lo vidi provai una sensazione mai avuta.
Ho sentito che il mio destino si sarebbe intrecciato con il suo.
Quando sono tornato a casa non sono riuscito a dormire bene per quattro mesi, finchè non l'abbiamo comprato.
Pirandello ha cambiato la storia dei Giochi.
Da quell'anno tutti passarono ai maschi e si decise di aumentare la sicurezza del percorso.
La longevità agonistica del Capitano è dovuta proprio a un rapporto di totale simbiosi con lui che ha consentito di mantenerlo sempre in forma.
Ma Pirandello non sarebbe diventato Pirandello senza un addestramento perfetto che va condiviso con Roberto Cambiotti, uno dei somarai più grandi di sempre per astuzia e freddezza.»
La corsa finisce qui.
I Giochi ci regaleranno altri protagonisti, ma questi due nomi resteranno scolpiti nella storia del Palio.
Arrivederci, Capitani.