Saluti da Gualdo Tadino

Scritto da Sara Baldelli. Postato in Storie

Dovendo adattarsi per lavoro alla "rognosa" vita del venditore porta a porta, talvolta si scoprono dei gioiellini inaspettati.
Vorrei narrarvi di quando, non so nemmeno come, i primi giorni di marzo di qualche anno fa mi sono ritrovato a Gualdo Tadino: quindicimila anime abbarbicate sotto una splendida Rocca, in un quadro incorniciato in alto dal panorama mozzafiato delle alture appenniniche e ai lati dalle floride campagne che si estendevano a macchia d'olio.
Ho iniziato la mia avventura proprio dalla campagna; tuttavia, la prima casa alla quale bussai, in località Morano Osteria, non mi diede notizie confortanti:
"Sete forestiero? Ete da parlà col marito mia!" "E dov'è suo marito, signora?"
"Sta giù dai maiali... Tanto l'arconoscete, c'ha el berretto roscio!"


Non sapendo più da dove iniziare e trovandomi ancora lontano dal centro abitato, per impellenti necessità fisiologiche mi sono fermato all'altezza dell'unico bar della zona.
Fuori era seduto un individuo sulla cinquantina, visibilmente spaparanzato, le gambe larghe con la lampo slacciata.
Un suo amico che passava di lì, lo apostrofò con un: "Oooh, le botteghe 'en chiuse el lunedì!".
Lui, di tutta risposta: "Do' che sta el morto, è sempre aperto!".

Entro nel bar, bofonchiando un: "Che freddo!".
All'irresistibile richiamo abboccò un anziano signore che tuonò: "Sci! E questo que è? Quante volte quanno presempio c'era la bufa, c'arcutineaièamo (?) davante al foco!"
"Scusi – mi scocciò quasi d'interrompere tale colorita loquacità – ma io non ho capito..."
"Eh, c'è poco da capì, fio mia... E' che aesso sete abbituati bene, ma 'na volta toccaa abbozzane si volìe passa el tempo, per nun strinatte."
"Nu' 'nne l'ascoltate, sa', 'sto dilinguente! – si avvicinò un altro signore – Que pie? Ma do' vae? Lassa fa, pago io. Oh, sto sasso 'nnè de Gualdo! Da do' ne venite, nì?"
"...Nì??"
"Eh, nì, sci! E que, no? Allora, que piate? Moemmese, che la moje sinnò chi la sente. El sapete que j'ho etto l'altra sera? Dico "Marì, si me cercheno dije che nun ce so', che so' annuggito." E 'l sapete qu'ha fatto? Honno sonàto succasa, pe' sbolognalli ha itto: "No, Mario nun c'è, è scappato, che dorme".

Morale? Sono stato praticamente sequestrato.
Quella che doveva essere una sosta fugace al bar, si è trasformata in un lungo revival di coloriti aneddoti e storielle.
< Peppe de Birachì: all'aeroporto de Stoccolma, una je chiede: "Excuse me, what time is it?"
E Peppe, guardanno l'orologio: "Le uonnece!">
< Giulio de Ferrante je disse ta quella che avea ordinato la 'nsalata riccia: "Mo' la porto da Leontina a fa la permanente!">

Dopo mille storie e altrettante risate, mi sono congedato dai signori per ripartire alla volta del centro storico, ma lungo il tragitto mi sono perso.
Ho chiesto ad un passante: "Scusi, omino, la strada per il centro?"
"Vallo a chiede ta uno più grosso, str***o!"

Una volta arrivato, giunto al termine di una giornata lavorativa non proprio proficua, in cerca di una camera dove pernottare, ho chiesto ad una signora dove fosse "Gigiotto" e questa mi rispose: "Quello grosso o quello piccolo?".

Anche a cena ho avuto modo di unirmi ad una comitiva locale e mi sono ingozzato non solo di buon cibo, ma anche di numerosi racconti, in parte riferiti a un fantasmagorico personaggio detto "Feroce", al quale, ad esempio, "j'ereno artornate le analisi e solo 'l nome era giusto!"

"A proposito d'analisi – disse un altro, dall'altro capo del tavolo- La sapete quella del Dasgui quann'è gito dal dottore? El dottore je fa: "Lei il maiale non lo deve guardare manco da lontano!" e lue: "Mbeh! Allora ce mannerò babbo a guernallo!">
Di nuovo risate.

I Gualdesi sono gente da conoscere: alla mano, genuina, ospitale.
Lo dissi una sera ad un certo Antonio detto "Bruscia" e mi sentii rispondere: "Ah guarda, noialtri a Gualdo, musicalmente e magnalmente..."

Poi hanno molto a cuore la loro festa, i Giochi de le Porte.
Una signora, un giorno, confidandosi con me e riferendosi al figlio, esclamò:
"El voe sape' qual'è la paura mia? Quella che quanno arrierà l'ora, si 'essi da morì pe' i Giochi, testo manco me porta via... ME SALA!"

E' terminata troppo presto la mia avventura gualdese.
Troppo presto perché non mi ripromettessi subito di tornare, perché mancavano ancora all'appello tutte le vicende del Pinco, del Pintore, del Poltrello...
E di innumerevoli altri fantastici personaggi in questo sauté di Gualdese verace.

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