Stefano Bensi - L'ultima stella gualdese del calcio lussemburghese

Scritto da Leonardo Bossi. Postato in Persone

 

"Stefano? E’ senza dubbio l’attaccante più forte della nazionale del Lussemburgo. E’ una punta completa, bravo sia nel giocare spalle alla porta che nell’attaccare la profondità. Ha una notevole maturità e secondo me è pronto anche per una esperienza all’estero.”
A descrivere così Stefano Bensi, 25 anni, l’ultimo campioncino di origine gualdese che con le proprie prestazioni si sta imponendo all’at-tenzione generale, è Mauro Castellani, anche lui un gualdese doc.

Mauro è stato portiere nella BGL League (la serie A lussemburghese) con la Jeunesse, l’F91 Dudelange e il Differdange.
Attualmente è preparatore dei portieri, ma soprattutto un profondo conoscitore del calcio del Granducato. La tradizione in casa Castellani prosegue con il figlio Fabiano, estremo difensore del Progrès Niederkorn.

E’ curioso come molti gualdesi emigrati in Lussemburgo siano diventati, in epoche diverse, delle vere e proprie bandiere calcistiche. Ne parlammo su queste colonne lo scorso anno, con le testimonianze di Renè Pascucci, Jean Pierre Barboni e Nazareno Saltutti. stefano bensi abbracciato dopo un gol in nazionale
Pascucci indossò la casacca bianconera dal 1939 al 1961 affrontando anche il mitico Real Madrid di Puskas e Gento.
Barboni (che è stato capitano, allenatore e presidente della squadra) incrociò i tacchetti anche contro la Juventus di Platini e l’Italia di Vicini. Entrambi sono delle icone per i tifosi della Jeunesse.
Con la squadra di Esch iniziò la sua carriera anche Nello Saltutti e suo fratello Nazareno era capitano della Juniores con diverse presenze nella massima serie prima che un brutto infortunio lo obbligasse ad appendere gli scarpini al chiodo.

Il testimone “gualdese” è ora passato nelle mani di Stefano Bensi, che però indossa i colori dei cugini e acerrimi rivali della Jeunesse: è infatti un attaccante del Fola Esch, oltre che della nazionale che il 4 giugno scorso ha affrontato al Renato Curi l’Italia di Cesare Prandelli.
Con il Fola ha conquistato lo scorso anno quel titolo nazionale che mancava da più di 80 anni e poche settimane fa se lo è visto sfuggire di mano all'ultima giornata in favore del Dudelange di patron Becca, umbro pure lui, di Valtopina.

La carriera di Bensi inizia nello Schifflange insieme a un certo Miralem Pjanic, prima dell'approdo nel grande calcio del fuoriclasse della Roma (”un talento straordinario”, ricorda).
Il salto di qualità arriva nel 2009 nel Dudelange, dove in tre anni segna 27 reti e vince due campionati, giocando sia in Europa League che in Champions.
Nel 2012 passa al Fola Esch e la sua prima stagione gli vale lo scudetto e il riconoscimento di miglior giocatore lussemburghese dell'anno. In nazionale vanta 20 presenze e 2 reti.
Numeri che parlano chiaro per il figlio di Ettore Bensi, che salutò la frazione di Cerqueto negli anni Settanta, quasi in controtendenza rispetto ai numerosi rientri di emigrati che in quegli anni si registravano nella nostra città.
E' Stefano stesso a raccontarlo.

stefano bensi-italia“Mio padre Ettore lasciò Gualdo che era molto giovane e si stabilì in Lussemburgo. Mia madre, invece, è lussemburghese. Ho anche una sorella, Sara, di 22 anni.”
La a partita contro l’Italia ha rappresentato qualcosa di particolare per Stefano.
“E’ stato un match speciale per me e per mio padre. Ma sono comunque lussemburghese e ho cercato di dare il meglio per la mia nazione.”
Non era la prima volta che incontrava l'Italia.
“L'avevo affrontata anche ai tempi dell'Under 21. Era il 2009, giocammo a Novara e vinse l'Italia 2-0. In quella squadra già spiccava Balotelli, che segnò un gol: era veramente impressionante, un gradino sopra gli altri e oggi è uno dei migliori attaccanti dell'Italia e del mondo.”
Sei considerato uno dei giocatori più forti del Lussemburgo. Ti piacerebbe una esperienza calcistica all’estero, magari in Italia?
“Nel Fola e in nazionale siamo tutti importanti, abbiamo raggiunto bei traguardi in questi ultimi anni e c'è bisogno di tutti per fare bene. Detto questo.. giocare in Italia, perchè no?”
Da spettatore del Mondiale, per chi fai il tifo?
“Ovviamente per l'Italia.”

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